International and Comparative Studies In Adult Education & Lifelong Learning.
University of Würzburg – Bavaria (Germany) – 3/14 Febbraio 2025.

Comparative Group n°3
Education, Learning & Active Ageing: competences for work and life.
Moderatrice e Responsabile Scientifica
Vanna Boffo, Professoressa Ordinaria di Pedagogia Generale e Sociale (PAED-01/A), Dipartimento FORLILPSI – Università di Firenze, Italia.
Co-moderatore
Fabio Togni, Professore Associato di Pedagogia Generale e Sociale (PAED-01/A), Dipartimento FORLILPSI – Università di Firenze, Italia.
Partecipanti
Chiara D’Urso, Assegnista di Ricerca, Dipartimento FORLILPSI – Università di Firenze, Italia
Christel Schachter, Dottoranda di Ricerca in Scienze della Formazione e Psicologia, Dipartimento FORLILPSI – Università di Firenze, Italia
Davide Bonaiuti, Dottorando di Ricerca in Scienze della Formazione e Psicologia, Dipartimento FORLILPSI – Università di Firenze, Italia
Francesco Casotti, Dottorando di Ricerca in Scienze della Formazione e Psicologia, Dipartimento FORLILPSI – Università di Firenze, Italia
Abba Isah Adamu, Studente Magistrale in Sviluppo comunitario, Dipartimento di Educazione degli Adulti e Servizi Comunitari – Università di Bayero, Kano, Nigeria
Sunusi Garba Shehu, Dottorando di Ricerca, Dipartimento di Educazione degli Adulti e Servizi Comunitari – Università di Bayero, Kano, Nigeria
Deborah Eteyi Chinatu, Dottoranda di Ricerca, Dipartimento di Educazione degli adulti – Università di Lagos, Nigeria
Lena Lukowski, Studentessa Magistrale in Management dei Servizi Educativi, Educazione degli Adulti e Formazione Continua – Università di Würzburg, Germania e Università di Padova, Italia
Silvia Spitzfaden, Studentessa Magistrale in Scienze dell’Educazione – Università di Würzburg, Germania
Sadia Nur Habib (Bangladesh), Studentessa Magistrale in Consulenza per le Risorse Umane – Università di Pécs, Ungheria
Francess Isata Muana (Sierra Leone), Studentessa Magistrale in Consulenza per le Risorse Umane – Università di Pécs, Ungheria
Aruna William Saha (Sierra Leone), Studente Magistrale in Consulenza per le Risorse Umane – Università di Pécs, Ungheria
Dzenita Dzano, Country Director DVV International, Sarajevo, Bosnia-Herzegovina
Sabina Šošić, Project manager DVV International, Sarajevo, Bosnia-Herzegovina
Nino Kvinikadze, Chief accountant DVV International, Tibilisi, Georgia
Raed Otoom, Financial and project manager DVV International, Amman, Giordania
Dal 3 al 14 febbraio 2025, l’Università di Würzburg ha ospitato l’Adult Education Academy (AEA), un’iniziativa che dal 2014 promuove il networking internazionale nel campo dell’educazione degli adulti e dell’apprendimento permanente. Il programma, rivolto a studenti magistrali, dottorandi e professionisti, si articola in una fase preparatoria online e in una fase intensiva di due settimane.
La prima settimana è dedicata alle politiche educative internazionali e all’approfondimento del pensiero di Paulo Freire, con sessioni teoriche, discussioni e visite sul campo presso istituzioni tedesche che si occupano di Educazione degli adulti. La seconda settimana prevede il lavoro in gruppi comparativi su tematiche differenti, tra cui invecchiamento attivo, digitalizzazione e governance dell’educazione degli adulti. L’Academy si conclude con la presentazione dei risultati delle analisi comparate. L’AEA è supportata da una rete internazionale di Università e Istituti di Ricerca che promuovono l’educazione degli adulti e l’apprendimento permanente, ricevendo finanziamenti attraverso il programma Erasmus+ che sostiene la mobilità internazionale e il rafforzamento delle competenze nel settore dell’educazione degli adulti. L’Università di Würzburg, in collaborazione con partner accademici di tutta Europa, garantisce un ambiente di studio stimolante e interdisciplinare, offrendo un’esperienza formativa di alto livello volta a favorire lo scambio di buone pratiche tra contesti educativi e lavorativi diversi, nonché per costruire strategie efficaci per l’invecchiamento attivo
e il lifelong learning.
“Come promuovere una preparazione all’invecchiamento attivo e a una longevità di qualità lungo tutto il corso della vita?”. È questa la prospettiva centrale che ha guidato il lavoro del Comparative Group n°3 “Education, Learning & Active Ageing: competences for work and life” all’Adult Education Academy 2025 dell’Università di Würzburg. Attraverso un’analisi comparativa tra Italia, Germania, Nigeria, Bangladesh e Sierra Leone, è stato esplorato come diversi Paesi affrontino la sfida dell’invecchiamento attivo, concentrando l’attenzione sul ruolo delle politiche pubbliche, delle competenze per la longevità e delle strategie educative che accompagnano la transizione dal lavoro alla pensione. A seguito della condivisione delle analisi relative alle diverse realtà nazionali coinvolte, il lavoro comune si è sviluppato attraverso l’elaborazione di tre domande di ricerca, collocate rispettivamente a livello macro, meso e micro, che hanno guidato le fasi successive:
● Quali politiche di welfare implementano l’invecchiamento attivo inclusivo in termini di diversità in tutti i Paesi?
● Quali programmi o buone pratiche supportano la longevità a livello formale, non formale e informale?
● Quali competenze promuovono una transizione di vita sostenibile in una direzione creativa?
Le risposte a tali domande hanno portato alla strutturazione di un’analisi comparativa basata su tre aree individuate durante la discussione iniziale: salute, dimensione sociale ed educazione. Questi ambiti sono stati utilizzati come descrittori per identificare le somiglianze e le differenze tra i Paesi, prendendo in esame le politiche pubbliche (livello macro), i programmi e le buone pratiche (livello meso) e le competenze fondamentali per affrontare le transizioni del corso di vita in modo attivo e creativo (livello micro), al fine di favorire una longevità attiva e di qualità. L’analisi comparativa ha evidenziato profonde differenze nei modelli di supporto all’invecchiamento attivo a livello internazionale. In Italia e in Germania le politiche si inseriscono in strategie più ampie, come il framework LifeComp e l’Active Ageing Index (AAI), promuovendo un approccio che integra la formazione continua, la partecipazione sociale e l’adattamento lavorativo. Tuttavia, mentre in Germania esiste un forte legame tra il lifelong learning e il mercato del lavoro, in Italia la formazione permanente è spesso disconnessa dalle opportunità professionali per gli over 50.
Nei Paesi a basso reddito come Nigeria, Bangladesh e Sierra Leone, l’assenza di un welfare strutturato rende l’invecchiamento attivo più complesso. L’accesso alla formazione è limitato, le reti di supporto sono prevalentemente familiari e comunitarie e mancano programmi nazionali per l’apprendimento permanente. In Nigeria emergono esperienze di formazione intergenerazionale, mentre in Bangladesh e Sierra Leone le politiche sono focalizzate sul settore sanitario, con scarsa integrazione di istruzione e lavoro.
L’analisi ha evidenziato tre elementi chiave che sottolineano la necessità di un approccio olistico e multisistemico:
- Integrazione tra educazione, lavoro e politiche sociali: L’apprendimento continuo non solo migliora il benessere psicofisico, ma riduce le disuguaglianze e favorisce l’inclusione sociale, garantendo autonomia economica e partecipazione attiva alla società.
- Transizione flessibile dal lavoro alla pensione: Nei Paesi europei si sperimentano percorsi di mentoring intergenerazionale, lavoro part-time per senior e formazione digitale, mentre in contesti extraeuropei la pensione segna una cesura netta, limitando le opportunità di aggiornamento e reinserimento lavorativo.
- Cultura dell’apprendimento permanente: Nei Paesi in cui l’educazione è concepita come un processo continuo, l’invecchiamento attivo è più diffuso. In Germania i lavoratori senior beneficiano di incentivi alla formazione, mentre in Italia il sistema educativo offre opportunità di apprendimento per adulti, ma con scarsa integrazione con il mondo del lavoro.
In conclusione, l’invecchiamento attivo richiede un cambio di paradigma, superando la visione frammentata che lo riduce a una questione di salute. È necessario adottare strategie globali che promuovano l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, favoriscano l’integrazione tra istruzione e mercato del lavoro e garantiscano reti di supporto sia istituzionali che sociali, affinché l’età non sia mai un limite alla partecipazione attiva.